Itea di Melta: accuse sulla rimozione dell'amianto

Con l'amianto non si scherza. È una di quelle sostanze i cui effetti cancerogeni sono accertati e per questo esiste una legge nazionale in materia.

Devono saperlo anche gli abitanti delle case Itea di Melta di Gardolo che, nelle scorse settimane, hanno segnalato presunte irregolarità nelle bonifiche degli appartamenti.

La denuncia ai vertici dell'Istituto trentino per l'edilizia abitativa è stata fatta da alcuni residenti, che segnalano il problema al quotidiano l'Adige.

Vediamo di seguito le tesi degli inquilini e le risposte date invece da Itea spa.


Si parla di interventi considerati inidonei a garantire la sicurezza di chi abita in quei locali. Il malcontento è emerso dopo che alcuni inquilini delle case popolari, per consentire le operazioni di risanamento dei pavimenti (si parla infatti del vinil-amianto presente, benché in dosi ridotte, all'interno delle colle e dei materiali posati a terra), hanno provvisoriamente traslocato in altri locali.

Il problema - dicono i cittadini che si sono rivolti alla nostra redazione - è che la pulizia non è stata puntuale. In pratica, al rientro in casa, i mobili sarebbero stati ricollocati in sede ma senza avere pulito il tutto. La paura è che alcune fibre di vinil-amianto siano rimaste negli interstizi, dietro le credenze o lungo le pareti metalliche dei termosifoni, nei pressi delle finestre. Trattandosi di materiale che rischia di essere inalato, le segnalazioni non sono mancate. E anche i cartelli con l'indicazione del divieto di accesso a persone non attrezzate con le necessarie mascherine sarebbe stato posto all'esterno con ritardo. Insomma la procedura usata per le operazioni di bonifica sarebbe traballante. E il cancro fa paura.

L'accusa è pesante e dal palazzo Itea di Trento Nord, la risposta è altrettanto forte. A parlare è direttamente la presidente Aida Ruffini: «Queste persone che lamentano irregolarità nelle operazioni di bonifica sono ingegneri? Non mi risulta. Premesso che non conosco nel dettaglio la questione, visto che i nostri appartamenti non sono proprio pochi, dico solo che i nostri interventi di bonifica vengono da sempre effettuati tramite imprese specializzate nella rimozione dell'amianto.

Ma attenzione! Non stiamo parlando di amianto "puro", bensì di vinil-amianto, cioè di fibre limitatissime affogate nel vinile. Per sicurezza le imprese fanno queste rimozioni con particolare cura». Sull'argomento interviene anche l'ingegner Giulio Giacomelli, dirigente responsabile del patrimonio di Itea Spa: «In dieci anni abbiamo sanato 4600 appartamenti. Lo abbiamo sempre fatto - e forse siamo gli unici in Italia - nel rispetto della normativa vigente. Prima si tengono le assemblee per capire quali sono gli inquilini interessati (perché il risanamento non è obbligatorio, trattandosi di matrice vinilica). Raccogliamo le adesioni e poi facciamo la gara fra le imprese. Rimossi i mobili, questi vengono chiusi in una stanza, sigillata. Le piastrelle vengono tolte con una spatola e non con mezzi meccanici come le mole a disco. Le piastrelle vengono poi spruzzate con colla. Chi si lamenta probabilmente ha un secondo fine». Quale? «Il trasferimento in un altro appartamento».

I residenti lamentano anche l'abbandono di un pacco di residui di vinil-amianto nel prato sottostante, alla portata dei bambini: un pacchetto che, benché sigillato, è rimasto per giorni nell'erba del prato. «Quello è stato un disguido dell'impresa. Il pacco è stato messo nel prato venerdì, in attesa di un camion che lo portasse via, e oggi è stato spostato. Comunque non c'è pericolo per la salute». 

A cura di REDAZIONE CASETRENTINE.IT - Fonte L'ADIGE - QUOTIDIANO
18 luglio 2013 alloggi ITEA , amianto , trento , Comune di Trento , aida ruffini

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