Tares e rifiuti in due bollette separate

La nuova Tares arriverà come una meteora a fine anno per sparire dalla vista subito dopo, ma nel suo breve passaggio terreno rischia di essere ricordata come la tassa più antipatica.

Per farla pagare i Comuni dovranno infatti procedere con calcoli e emissione di modelli F24 con la prospettiva di incassare mediamente circa 25 euro a famiglia.

Uno sforzo enorme, sproporzionato rispetto al gettito complessivo e al disturbo arrecato ai cittadini.

Nell'articolo di seguito le opinioni preoccupate dei comuni.


«Sono preoccupato e arrabbiato - confessa Fabiano Condini, assessore allo Sviluppo economico e ai tributi del Comune di Trento - perché non mi pare corretto far perdere tempo alle persone e impegnare la struttura in un lavoro che alla fine porterà ad incassare poco o nulla». Condini è convinto che il Trentino dovrebbe fare come la Provinca di Bolzano, dove la Tares non si pagherà affatto. Non che lo Stato abbia un occhio di favore per Bolzano. In realtà la possibilità di non pagare a suo tempo il Ministro Delrio l'aveva data anche al Trentino. Il fatto è che bisogna trovare le risorse sostitutive. E se i cugini altoatesini le hanno trovate in piazza Dante a quanto pare non sono state nemmeno cercate. E così qui da noi, come in tutto il resto d'Italia, cittadini e aziende la Tares la pagheranno, 30 centesimi a metro quadro da versare entro la fine dell'anno. 

Ma a parte il costo, per un gettito che a livello provinciale dovrebbe aggirarsi attorno ai 15 milioni di euro, sono le modalità di riscossione ad indispettire e preoccupare le amministrazioni comunali. «Se la Tares fosse calcolata all'interno della tassa sullo smaltimento dei rifiuti inviata e riscossa dalla Trenta e dagli altri gestori - dice Condini - non mi scandalizzerei. Ma il fatto che si debba calcolare e riscuotere con un modello a parte mi pare una follia, una sciocchezza unica. Solo per la città di Trento saranno 65.000 bollettini F24 da compilare e spedire ad altrettanti contribuenti. Ognuno dei quali pagherà in media 25 euro. Credo che al Provincia, che ne avrebbe la potestà legislativa, dovrebbe intervenire e fare qualcosa per evitarlo. Mi pare invece, forse visto il periodo di interregno dovuto alla campagna elettorale, che non ci sia un interlocutore in grado di agire».

Il fatto è che piazza Dante nell'ambito dei propri rapporti finanziari con lo Stato ha già regolato la quota di Tares che i cittadini trentini dovranno pagare. Quanto raccolto dai cittadini servirà perciò a coprire questo versamento, che in caso contrario verrà a mancare alle casse della Provincia. Difficile insomma arrivati a questo punto pensare a una rinuncia.

In ogni caso nei municipi su questa come su altre partite sembra regnare l'incertezza. «Non si riesce a capire quello che succede, siamo tutti in difficoltà» confessa Walter Kaswalder, sindaco di Vigolo Vattaro, che in giugno aveva preannunciato l'intenzione di non chiedere ai propri censiti la Tares ma che oggi non è più sicuro di poterlo fare. «Ci hanno comunicato che c'è la possibilità di far slittare la tassa sui rifiuti del 2013 al mese di febbraio. Quello che è certo è che in generale ci sono grossi problemi di cassa e che la Provincia deve ai Comuni un sacco di soldi. Purtroppo non c'è chiarezza e si sta navigando a vista».

A cura di REDAZIONE CASETRENTINE.IT - Fonte L'ADIGE - QUOTIDIANO
16 ottobre 2013 imposte , tares , trento , Comune di Trento

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