Disegno di Legge sull'urbanistica: un freno al consumo di nuovi suoli

Il cemento ingoia 55 ettari (550 mila mq) di Italia ogni giorno. Il rapporto 2015 dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) racconta di una Penisola sempre più grigia e antropizzata. In un solo secondo perdiamo tra i 6 e i 7 mq di territorio verde.

Circa il 20% della fascia costiera italiana, oltre 500 Kmq (corrispondenti all’intera costa sarda) sono considerati irrimediabilmente persi. Il cemento divora anche 34.000 ettari di suolo all’interno di aree protette, il 9% di territorio a rischio idrologico, il 5% delle rive di laghi e fiumi e il 2% di zone considerate inaccessibili come montagne, aree a pendenza elevata o aree ad alta umidità.


Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ci ricorda la necessità di una nuova cultura di rispetto dell’ambiente e di cura del territorio che si origini dalle nuove generazioni.

La Giunta Provinciale redige un nuovo disegno di legge in linea con il pensiero del ministro Galletti e con gli spaventosi risultati del rapporto Ispra. Si sta cercando di fermare il “consumo” di suolo pubblico: non sarà infatti più possibile realizzare nuove aree residenziali o produttive, salvo motivate esigenze abitative che non permettano soluzioni alternative. Verranno invece approvate le riqualificazioni degli edifici già esistenti cui verrà applicato il contributo minimo di costruzione (5%), mentre per le nuove realizzazioni sarà quattro volte tanto (20%).

L’assessore Carlo Daldoss spiega che il nuovo disegno di legge sull’urbanistica, che andrà in aula a luglio, nasce da un percorso partecipato e vuole porsi come un tangibile segno di responsabilità verso chi verrà dopo di noi.
Nell’area di Trento, negli ultimi trent’anni, il territorio urbanizzato è aumentato del 64,9%, l’obiettivo è azzerarne il consumo nell’anno 2020.

La proposta di legge cerca di rispondere al problema dei volumi abbandonati: chi è già in possesso di una casa, dovrà infatti recuperarla prima di poterne costruirne una nuova, inoltre sul suolo “vergine” non sarà più possibile edificare seconde case.

Saranno previsti importanti incentivi per la riqualificazioni dei sottotetti, sopraelevabili sino a un metro negli insediamenti storici. Le imprese di costruzione, che più che mai soffrono la crisi del mattone, potranno trovare lavoro anche grazie agli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica.

Argomento già pre-annunciato della riforma coinvolge i cosiddetti ecomostri o, più in generale, quegli edifici di importanti dimensioni abbandonati ormai da anni e che deturpano il paesaggio, come l’ex concessionaria Euromix di via Brennero a Trento e l’ex Anmil a Rovereto. Al privato cittadino, che invece ora non demolice per timore di perdere i suoi diritti alla ricostruzione, sarà riconosciuto un aumento della cubatura fino al 20%, con la possibilità di edificare altrove parte dei volumi, in accordo con il Comune.

La legge tenta di responsabilizzare i Comuni: semplificazione delle procedure e tempi pre-fissati per le destinazioni d’uso delle aree. Inoltre i Municipi avranno un anno di tempo per riprogrammare vincoli urbanistici per opere pubbliche.

I Comuni dovranno istituire un’unica commissione edilizia non solo al fine di ridurre il numero di commissioni, ma anche per uniformare i termini di giudizio sul territorio. In questo senso risulterà indubbiamente utile anche l’introduzione di un regolamento unico provinciale relativo alle disposizioni urbanistiche ed edilizie.

Maggiore attenzione verrà concessa alla cultura architettonica e al paesaggio: in arrivo un comitato di esperti che darà un parere (non vincolante) sui progetti di maggiore impatto.
Sarà ridotta la trafila di valutazione, ci sarà un solo passaggio alla Cpc a cui parteciperà anche il sindaco con il tecnico del Comune coinvolto nel progetto ed entro 60 giorni dovrà essere rilasciata l’autorizzazione paesaggistica.

A cura di REDAZIONE CASETRENTINE.IT - Fonte TRENTINO - QUOTIDIANO
17 maggio 2015 provincia , comuni

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