Cohousing: un esperimento ben riuscito

Si è parlato tante volte, forse troppe, della incapacità dei giovani di staccarsi dalla loro famiglia di origine per prendersi la responsabilità, di vivere da soli (chi non ricorda l’espressione “bamboccioni”); la questione è che se ne è parlato molto, ma non è mai stata proposta una soluzione concreta: i giovani rimangono a casa, la maggior parte delle volte, perché non hanno i fondi economici per potersi permettere di andare a vivere da soli. Il primo grande scoglio che devono superare è trovare una casa e quand’anche l’hanno trovata, non riescono a pagarne l’affitto. Lo Stato, allora, invece di catilinarie, dovrebbe proporre qualche intervento concreto per alleviare una tale incombenza. Qualcuno invece ci ha pensato: ha provato a mettere alla prova i giovani della propria provincia, per constatare se effettivamente non possono o non vogliono emanciparsi dalla famiglia di origine: la provincia di Trento. L’iniziativa del progetto ha preso vita e ha avuto un riscontro immediato da parte dei giovani, che si sono buttati a capofitto su una tale opportunità, dimostrando che nella maggioranza dei casi non è la cattiva volontà, ma l’impossibilità di fare le cose.

Cohousing è il nome del nuovo progetto che ha preso il via nella provincia di Trento per i giovani tra i 18 e i 29 anni che cercano alloggio e che sono pronti alla condivisione di esso. Il progetto è volto a far acquistare autonomia ai giovani che, senza indipendenza economica, vivono ancora all’interno del nucleo familiare e che potranno così cominciare a sperimentare un principio di autonomia. Il cohousing è un nuovo modo di abitare: consiste di un numero di appartamenti vicini tra di loro, che hanno in comune, ad uso degli inquilini molti spazi come biblioteche, lavanderie, cucine, tutti quei servizi, insomma che possono essere condivisi con gli altri senza ingerenza nella privacy. Questa comunità di spazi ammortizza non di poco il costo degli affitti.

In Trentino per 3 anni, tra aprile 2012 e aprile 2015 un esperimento simile è stato già effettuato, ed ora si è deciso di espanderlo a una cittadina della Provincia, scegliendola in base alle preferenze espresse degli utenti. I giovani potranno, così cominciare una nuova vita nel segno della emancipazione dalla famiglia, grazie agli affitti agevolati del progetto: si parla di circa 300 euro ad affitto di cui solo 100 euro saranno pagati dagli inquilini, mentre gli altri saranno l’esborso della Provincia. Un’iniziativa meritevole di grande attenzione e da ripetere per dare ai giovani anche il senso di responsabilità che deriva dal vivere da soli. Reperire i fondi a quanto pare, non è stato un grande problema: la Provincia li recupererà dalle pensioni e vitalizi “esagerati” degli assessori, reinvestendoli nel sociale e in un aiuto concreto ai giovani. L’aiuto economico sarà molto gradito, ma è da considerare una vera e propria educazione giovanile: i giovani che beneficeranno del bando, infatti, non avranno un regalo dall’amministrazione provinciale: dovranno ripagare con volontariato e impegno in progetti sociali ed ambientali. Gli appartamenti e le strutture che verranno coinvolte nel progetto non saranno date in mano ai vincitori del bando, ma saranno amministrate da enti che “controlleranno” attraverso un tutor, che avrà il compito di coordinare le attività dei giovani. L’attività di volontariato e lavoro sociale potrà essere preso come un modo di imparare qualcosa in più per la ricerca di un lavoro vero e proprio.
 

18 febbraio 2016 cohousing , trento

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