Bolletta bollente, si torna alla legna.

Ogni anno in Trentino vanno in fumo 444 mila tonnellate di legna. Parliamo di legna da ardere: legna trentina ma anche legna d’importazione.

Il combustibile naturale, quello bruciato nel focolare di casa, non passa di moda. Sarà che le caldaie a metano (o a gasolio) ogni tanto vanno in blocco lasciandoci al freddo, sarà che la bolletta pesa sul bilancio familiare, ma in provincia il consumo di legna non cala. Anzi. E se nelle valli la part, o sort o porzion - cioè il taglio di porzioni di bosco pubblico - è la normalità, c’è da dire che anche nelle zone cittadine - dove non tutti hanno trattori e mezzi di trasporto adeguati - l’interesse non manca. Il Servizio foreste e fauna della Provincia di Trento ha pure promosso dei corsi per «il taglio in sicurezza»: lezioni pratiche che quest’anno hanno avuto un certo successo (un totale di 399 partecipanti) e che verranno replicate l’anno prossimo, perché - come dicono negli uffici delle torri della Provincia - non ci si improvvisa boscaioli. C’è anche un piccolo manuale - con tanto di illustrazioni dedicate all’abbattimento delle piante, alla sramatura e alla sezionatura dei tronchi. Il titolo del libricino - promosso dai Forestali con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari e diffuso nel 2007 - si intitola «Boscaiolo per hobby, sicurezza da professionista».


Più ecologia.
Con 2,8 chilogrammi di legna secca si sostituisce un chilo di gasolio e con 2,3 chili si sostituisce un metro cubo di gas. Questi i dati ufficiali della Provincia. Poi, naturalmente, ci sono i comportamenti dei singoli. E non è raro passare per le strade di qualche paese e sentire odore di «gomma bruciata». C’è sempre qualche genio che, nel focolare di casa, infila anche rifiuti in plastica: sostanze tossiche che si respira il diretto interessato (c’è chi ignora la presenza dei cassonetti per la raccolta differenziata) oltre che i passanti.

Consumi medi in casa.
Secondo i dati a disposizione del Servizio foreste e in parte pubblicati su un rapporto 2008- 2009 della Camera di Commercio, per riscaldare un’abitazione si consumano, in media, 30 quintali di legna all’anno. Questo è il calcolo per abitazioni dotate di stufa, dove il calore «naturale» viene integrato dai tradizionali sistemi di riscaldamento. I quintali/anno diventano 40 o 50 se la casa è dotata di stufa a olle. Si può arrivare a 100 se si utilizza solo legna e non si accende il riscaldamento a gas. Il legno: un affare.
Sono 48 mila le tonnellate/anno di legna da ardere raccolte da imprese trentine che poi si dedicano alla vendita e alla consegna. La materia prima viene tagliata in boschi privati e comunali.

La tradizione della porzione.
Una grande fetta della legna destinata a bruciare nelle abitazioni private viene dal taglio della porzione, assegnata dale Asuc o dalle amministrazioni pubbliche ai residenti di una determinata zona. Il vantaggio è reciproco: il privato ottiene la legna gratuitamente e l’ente vede «pulire» porzioni di bosco. Si presume che il privato sia in grado di fare uso di motoseghe, cordini d’acciaio (se i tronchi devono essere portati a monte), trattori e seghe circolari. Si tratta di 120 mila tonnellate anno, raccolte da 23 mila famiglie. Legna di importazione.
Ogni anno 276 mila tonnellate di legna destinata a bruciare vengono importate. Si tratta di legname in bancali. L’importazione è facilitata dalla collocazione geografica del Trentino. I Paesi di provenienza sono Bosnia, Serbia, Slovenia, Ucraina, Romania. Poi c’è l’importazione di materiale grezzo (tronchi, soprattutto di faggio). In questo caso i Paesi di provenienza sono Germania e Austria.

Cippato trentino.
Secondo i dati a disposizione del Servizio foreste e fauna della Provincia, ogni anno in Trentino si producono 595 mila metri steri (un bancale di un metro per un metro per un metro) di cippato (legno, ridotto in scaglie, frutto di triturazione di ramaglie e tronchi).

Il mercato dei pellet.
Vista anche la diffusione delle stufe di nuova generazione, un ampio mercato ce l’hanno pure i pellet (combustibile ricavato dalla segatura essiccata e compressa in forma di piccoli cilindri). La conferma del successo commerciale viene da Corrado Zanolli, del punto vendita Ortal di Lavis. «Il gas è alle stelle - racconta - Da tre anni c’è un incremento della vendita dei pellet: un sacco da 15 chili costa in media 4,7 euro. Poi c’è la legna in bancali: 145 euro per 10 quintali. Il prezzo può abbassarsi se si acquista più di un bancale».

 

A cura di REDAZIONE CASETRENTINE.IT - Fonte L'ADIGE - QUOTIDIANO
6 novembre 2012 bollette , riscaldamento , consumi

Commenta

Ti piace questo articolo?
Fallo sapere ai tuoi amici!