«Ex Michelin, shopping da vergogna»

De Laurentis attacca duro Dellai e Pacher: «Là si investe e le nostre aziende muoiono».

Gli Artigiani con Roberto De Laurentis, in sintonia con il presidente della categoria degli edili Carmelo Sartori, vanno all’attacco della Provincia.Lo fanno per denunciare quello che a loro parere è «una vergogna» ovvero l’acquisto da 30 milioni di euro per il futuro centro congressi dell’ex Michelin, in una fase come questa in cui «le nostre imprese del comparto edile sono in forte difficoltà anche solo a ottenere dei finanziamenti dalle banche e mentre le direttive impartite dalla Provincia sui mini-appalti vengono aggirate dalla burocrazia comunale e provinciale - accusa De Laurentis - e gli appalti vanno a imprese da fuori.


Non possono chiederci di mantenere l’occupazione se poi non si riesce a lavorare. Ne abbiamo le tasche piene: anche perché, a distanza di sette mesi dalla nostra manifestazione con 2.000 imprese, e dopo che, io credo in assoluta buona fede, la giunta si era impegnata a indicare parametri diversi e del tutto legittimi per gestire le gare sotto una certa cifra, ci troviamo ora a constatare che quelle indicazioni sono disattese dai Comuni che adducono la norma nazionale per aumentare la platea delle aziende invitate alle gare. A questo punto non possiamo non parlare di fallimento della politica provinciale in materia di micro- appalti».


Il j’accuse di De Laurentis parte dalla questione dell’ex Michelin. «Impegnare 30 milioni di euro con le modalità previste per l’ex Michelin è una vergogna - spiega il presidente degli Artigiani trentini - La giustificazione addotta dalla Provincia che si tratta di un provvedimento che segue una decisione presa sei anni prima, nel 2006, quando la situazione dell’economia e del Trentino in generale erano molto diverse, secondo me rappresenta un’aggravante ulteriore». La Provincia, secondo De Laurentis, in una fase in cui le risorse - pubbliche tramite gli appalti e private tramite le banche - «non arrivano alle imprese locali, dovrebbe fare delle scelte diverse. Dico anche che chiunque fosse avveduto come politico, non darebbe seguito a quell’accordo ora». De Laurentis spiega anche come la nuova struttura non risolverà la situazione di mancanza di spazi per i congressi, ma si aggiungerà solamente a quelle già esistenti, rappresentandone una sorta di copia di cui gli Artigiani non capiscono il senso. «Ci sono già spazi per congressi al S. Chiara o in via Verdi - aggiunge De Laurentis - non vedo quanti se ne debbano ancora fare». La scelta della Provincia, per De Laurentis, è ancor meno giustificabile in una fase in cui «molte imprese edili stanno chiudendo, non solo tra gli artigiani ma anche tra gli industriali. Abbiamo esempi di Comuni che non stanno applicando quando aveva promesso all’epoca il vicepresidente Pacher, ovvero l’invito ad aziende del territorio e in numero limitato, per l’assegnazione degli appalti». De Laurentis cita, come esempio concreto, tre casi. Ad Ala, spiega, per un lavoro «sotto il milione di euro sono state invitate aziende da Treviso, Monza, Padova, mentre l’indicazione della Provincia sugli appalti era di invitare 12 aziende locali. Ad Arco, una gara Enaip della Provincia, da 300.000 euro, viene invitata anche un’azienda veronese che vince. Ed è un altro appalto che va fuori Trentino. A Lasino, per un bando da 50.000 euro, è stata applicata addirittura l’estrazione tra le imprese per arrivare alle 12 da invitare. A Strembo e Bocenago per gare rispettivamente di 81.000 e 101.000 euro l’invito è aperto, perché, così dicono, in caso di contenzioso vale la norma nazionale».
 

A cura di REDAZIONE CASETRENTINE.IT - Fonte L'ADIGE - QUOTIDIANO
30 novembre 2012 trento , curiosità , le albere

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